Jakob Boehme – miraviglioso personaggio da scorcio di due eta
Quando entrava nelle ultime giorne di anno 1619 Frederico, il elettore e Palatino di Renania[1] la citta di Praga, afinche ricevesse secondo l'invito Stati Boemi la corona di Boemia, nell tuto mondo protestante ci si perceva come una opportunita grande al riunione di mondo evangelico[2] e come il simbolo si sua sollevazione contro la crescente e bellicosa potesta cattolica, forse perfino come un segno di una riformazione "seconda","rinnovata". Venivano commemorate vaticini d'un leone combattante colla aquila[3] e manifesti apocalittici e bellicosi arrivavano a valanghe. Trallo giubilante popolo assembrato si trovo anche un uomo non piu giovane, della statura un po curva in abito borghese ma semplice, con barbetta e capilli corti, raviatti sopra la fronte, colla fronte basso, ma occhiali scintillanti.
[4] Era da Lusacia e ello era venuto a Praga d'affari commerciali, concretamente a fare commercio con filo, ma quello era piuttosto un pretesto per fare le sue viaggi lunghi. La sua interesse principale era un commercio totalmente altro – un commercio di pensieri e idee. A tutti luoghi, dove veni a fare il suo negozio – e egli erano sopratuto nella Silesia - stava visitando quegli, colori que ci si interesasavano delle sue scritture e come lui anche essi partecipavanno al desidero di prendere un visione trallo veglio della Natura divina. Non al modo di szienzati, perche scienza nell senso moderne non essisteva ancora, la dovrebbe ancora nascere – non senza ricerca e fatica del nostro uomo e nessuni consimili a lui – ma al modo di philosophi, contemplanti la ordine di Natura e la ordine di Dio, quelli scorrevano a loro alla figura della Vergine Sophia. Alcuni di quelli si dicevano alchimisti e questi tentavano di intervenire materialmente nell corpo di Natura e guadagnare da lei cognoscimento nuovo, li altri - teosophi. Nell ordine di mondo erano di varii stati e occupazioni, molti erano medici, altri per essempio dazieri o essatori di imposte, ma non mancavano tra loro anche gentiluomini, funzionari politici[5] e dotti umanisti. da quelli ultimi si Il nostro uomo differenziava abbastanzo molto, perche non aveva nessuna cultura umanistica. Era dapprima un calzolaio e sulla (piu alta) condizione soziale di un mercante doveva prima farsi la strada. La sue nome era Jakob Boehme, un nome, che veni a risplendere molto sulle ciele spiritale nel seguenti cinque anni.
Non e facile di caractterizzare Jacob Böhme, quindi Jacopo Boemo di Gorlizia (Görlitz), cioe di una di cinque citta principale di Lusazia superiore, che sono state unite gia nell quinquacento ad una confederazione cittadina, quella volta sulla sovranita Ceca. A lui ci se ne appartono al stesso segno li titoli di un mistco, di un visionario, un filosofo (magari "il primo filosofo tedesco"[6]), un profete o di un teosofo.
E perche allora Boehme merita nostra attenzione? Esso e un personaggio, che sta al'inizio di nuove eta, al quello scorcio spiccato degli eta. quando si nasceva turbolentamente la nuova coscienza di individualita e indipendenza di uomo. Quella coscieza si e presto messa in cammino di razionalismo. Eppure comparono in Germania al fin dall‘ inizio di tempi moderni due torrenti spirituali paraleli, che aspirano alla sintezi molto copiosa di conoszenza contemporanea e piu stratiforme orientamento di uomo, che il Cartesianismo cogli sui varianti. Uno di quelli torrenti e il rosicrucianismo, che come fuoco scoppia al diversi luoghi di Germania, principalmentne nella Germania meridionale e occidentale, un altro veniva di silesia a Sassonia, ed era rappresentato sopratutto da Jacob Boehme.[7]
Nella vita di Boehme silamo saliti nella sua meta, o meglio detto al punto di svolta frala sua terza e drammattica quarta fase. Ma primo al dicere quelcosa dai sui pensieri a dalla sua dottrina sar bene di descrivere la sua meravigliosa vita in blocco.
Non abbiamo nulla documantazione immediata di nascita di Boehme. Il suo primo biografoAbraham von Franckenberg la pone nell anno 1575. Veniva di una famiglia paesana, ma i suoi genitori non tenevano lui abile per quella occupazione dura e hanno scelto a lui la professione d'un calzolaio. Come un padrone giovane calzolaio anche lui prima trovamo nall anno 1599 nei fonti autentici; nello stesso anno si anche sposa e compra una casa con bottega calzolaia e viene accettato alla corporazione dei calzolai in Goerlizia. Di quelle, che precedevanno questa sua ascensione, fa Boehme solo notizie uncomplete, quando parla oscuramente delle aversita, che aveva dovuto di sofrire da garzone. Nonostante Abragam von Franckenberg fa menzione delle due vicende dalla infanzia di Boehme, di quelle particilarmenta la seconde molto interessante: La prima vicenda si riferre ad uno tesoro scoperto in monte, che si a ostenso al piccolo Jacopo al pascolo e che nessuno degli altri ragazzi poteva videre. L'altra storia e dal tempo del suo tirocinio: C'era visita d'un straniero mysterioso, chi venne nella offizina calzolaia, quando l patrone era via e richiese impetuose un acquisto di calze. Jacopo, chi non doveva senza il padrone vendere niente, voleva sbarazzarsi di lui di tal modo,, che assegno un prezzo altissimo ed assurdo per le calze. Ma lo straniere lo pagho senza protesti e uscendo ha inviato a Boehme quelle parole: "Jacopo, sei piccolo, ma diverrai grande e completamente un altro uomo; il mondo si merivigliara di te. Sei pero pio, teme il Dio, ha rispetto ai sui comandamenti e legge con diligenza la Santa Scrittura, nella quale troverai instruzione e consolazione, poiché te dovrai soffrire molto. Ma ave fiducia in Dio, che il Dio ti ama ed e il tuo amico."
Boehme ebbe un occasione speciale d'implere le parole dello straniere. A Gorlizia esercitava a quello tempo (ca dall anno 1600) la sua professione di parocchio Martin Moller (1547-1606), un personaggio meraviglioso e sensitivo. A volte viene ritenuto di assolute primo rappresentante di pietismo. Componeva poesia e sono stato ricordato, che conveneva negli circoli piccoli con questi, chi aspiravano ad una notizia spirituale piu profonda. E sopratutto probabile, che la via la ebbe trovato anche il sensitivo padrone giovane. Gli posteriori interpreti di Boehme affermono, che proprio Moller era "lo stromento benedetto di accendere nello spirito di Boehme il fuoco santo"[8]. Ugaulmente e veramente, che negli questi circoli a Boehme fatto conoscenza dei sui futuri difensori e protettori, sopratutto a Carlo Ender von Sercha.
L'incontro con un personaggio tanto spiritualmente sviluppato cosi Martin Moller, anche li stimoli nascenti dalla sua ambiente si certe puo nominare una illuminazione spirituale. Ma a Boehme e divenuto nache un accadimento strano, questo a solo discritto.[9]. Noi pero qui preporremo la descrizione dal suo biografo Abraham von Franckenberg, chi dipinge la vicenza cosi:
Quando si Beohme diligentamente manteneva come un mestiere col sudore della sua fronte, fu all inizio dell anno 1600, sua eta di 25, rapito dlla luce divina e indotto dall suo spirito siderico mentre la vista d'uno vaso di stagno (e per efetto dall suo piacevole fulgore gioviale) a contemplazione del corde o centro di natura nascosta. Giudicando la visione, che gli aveva toccato in quello stato, dubitoso, Boehme ha uscito per la Porta di Nissa (Neißtor), vicino alla quale anche in Gorlizia abitava alla ponte, nella natura fuori, affinche distrasse. Ma eccolo! Che aveva contemplato prima, ci mostrava a al suo occhio spirituale sempre piu chiaramente, talmente che per le contemplate signature , figure, lineamenta e colori poteva guardare per cosi dire nel cuore di tutte creature e dentro la sua natura piu interna."
Vedemo, che questa apparizione ha in modo principale cambiato le facolta di Boehme, e la sua capacita di "leggere le signature" fu dopo molto ammirata dai sui partigiani. Non sappiamo, se c'era tanto quella una apparizione o se ci rippetevano avventure simile. Una cose e certa - che Boehme ci le accarezzava lungo da solo, senza che tradire qualcosa di sua vita interna davanti agli altri. La sua vita esterna stava sul segno di rialzo – a comprato un altra bottega e comincio di negoziare con pelle. Nell‘anno 1600 e nato il suo primo figlio e fra due anni un altro; l'ultimo a seguito dopo dieci anni. e nell stesso tiempo si sveglio dentro di Boehme una rivelazione altra, che ci si gia – alla differenza dalla precedente - poteva di formulare ed esprimere. Boehme scrive di questo:
"Nelle questa mia cerca e desiderio ... fu a me aperta la porta ed io scoprii e cognoscei in un quarto piu, che potessi se avessi passato molti anni alle scuole ed universita. Molto ci mi meravigliai di quello e non sapendo, che cosa era passato con me, cominciai di benedicere il Dio nell mio cuore. Poiché io scoprii e cognoscei l'essenza d‘ogni essenze, il principio ed il origine del mondo qui e di tutte creature per la Sapienza Divina- Cognoscei e scoprii tre mondi dentro di me: (1) il mondo divino, angelico, paradiso; (2) il mondo oscuro, da dove la natura principia verso il fuoco, e (3) questo modo esterno, come una creazione e generazione ossia una essenza pronunciata dalla malignita di quelli interni mondi spiritali. Scoprii a cognoscei la tutta creatura nel buono e nel male, cosi uno dell'altro origina e cosi la madre e genitrice e poi non solo molto stuprii ma anche fu riempito di gioia."
Boehme aspettava dodici anni e lasciava maturare nell suo interno quello prodotto spirituale, e soltanto dopo di minacciare che le memorie degli visioni sarebbero cominciato di avvizzire e sparire, decidò di iscivere in libro quello, che la sua mente non fu in stato di ritenere più, per intanto più per se e per sua memoria che per gli altri. Così venne alla luce forse nell 1612, ciòe u mero anno davati di poblicayyione degli scritti rosicruciani le Fama e Confessio Fraternitatis, il primo lavoro di Boehme la Morgenröte im Aufgang, noto sul la sua latina abbreviazione come la Aurora. Boehme voleva certamente conservare quel lavoro per se, ma in alcuno modo, di quale egli non parla, venne nelle mani a conte Carlo Ender da Sercha, il suo compagno dagli conveticli di Moller. Ed egli discernendo il suo massimo valore, lo fece ricoppiare mentre alquanti giorni da parecchi trascrittori e per questo l‘ha simultaneamente salvato e indotto in perdizione. Le trascrizione di Ender hanno subitamente garantito a Boehme la publicità negli circoli delle persone colte. Ma là ci non poteva andare per le lunge, prima che una delle trascrizione capitò tra le mani di parocco di Goerlitz. Ma quello non era mai il moderato e misticamente disposto Martin Moller, che è morto nell 1606, ma un superbo e militante parocco Georg Richter (nomen omen – Richter è nell italiano giudice), un difensore della spinta ortodossia luterana. Richter non aspettò a niente e corse presto con una lagnanza al munizipio, il quale aveva competenza in una libera citta imperiale di decidere anche nelle questione religiose e simultaneamente ha rinviato alle sue pecora la domenica prossima[10] una sermone rigida di falsi profete. Il municipio, i sentimenti dell quale erano molto più toleranti, ha procurato il 30 giugno, però prima dopo una azione spettacolare, la parte della quale era anche arresti di Boehme e la sua (breve) messa in ceppo, nonchè così come confiscazione del manuscritto, un accomodamento fra Boehme ed il clero, secondo quale Boehme doveva lasciare la sua scrivere e i parocchi dovevano evitare successivi assalti ed offese. Boehme ha mantenuta la sua promessa. Mentre sei anni non ha scritto nessun'lettera. Inquanto rispettavano la loro promesse gli ecclesiastici, non è chiaro. Boehme si ha dopo lagnato, che c'è non fosse stato così. È certo, che in una città, dove era già stato stimmatizzato come un eretico, non aveva una vita agevole; anche se gli ecclesiastici avessero voluto, non già avrebbero potuto sospendere un gia pronunziata imputazione nel suo efetto. Almeno sono evitati azione diritte contro Boehme fino al 1624, quando furono pubblicati i primi due scritti di Boehme per la stampa.
Per questo venne a Boehme un seguente periodo di aspettare. Ma questa volta egli l'ho sentito molto peggiore. La sue vista spirituale venne sono stato oscurato. E visto che non doveva più complacersi della sua visione, cominciò a fraquentare nei similamente intenzionati - - nei medici, discepoli di Paracelso, i quali vivevano qua e là nelle citte e a campagna; nei circoli dei partigiani di Caspar Schwnckfeld e nei molti altri, che sognavano nell quello tempo di svolta da conoscenza nuova e da una sintezi delle dottrine di natura e di spirito, molti dei quali ci si inebriavano della visione d'una riformayione nuova e e la tranquilla riunione del mondo sul governo di spirito. Anche leggeva le opere di loro. Le opere degli alchimisti, paracelsisti e dei pensatori religiosi. Questo a causato, che quando lui proprio a finalmente presto la penna, era già molto più colto e riuscì molto meglio formulare difendere le sue idee, nelle cose discutibile[11].
Anno 1618 ha scoppiato la guerra, che ci si venne abbatutta dalla insurrezione degli Stati boemi e che dovette essere l'ultima guerra religiosa in Europa, ma anche la guerra più terribile, perchè fu anche nella misura piena una guerra autoritaria, le quelle conocsiamo già dai tempi moderni. Anche i contemporanei sapevano, che quella guerra sarebbe stato horribile. La risoluzione delle partite entrambe – la cattolica e la protestante era grande, e la guerra fu collegata colle aspettative apocaliptice. Essendo così vicino ad una catastrofe mondiale, che forse avrebbe significato l‘ultima fine di mondo e del uomo, pareva a Boehme certo la promessa data una volta a suscettibile parocco di Goerlitz qualcosa di minore importanza a confronto della miseria attuale del mondo, a cui il mistero deve annunziarsi, il mistero di Dio e di natura. Durante cinque anni ha Boehme improvisato 24 opere, cominciando dai piccoli scritti di alcune pagine, spesso instruttivi (Vierzig Fragen von der Seele, Sechs mystische Punkte, Trostschrift von vier Complexionen, Von wahrer Buße,Von der neuen Wiedergeburt,Von der wahren Gelassenheit,Vom übersinnlichen Leben, Von göttlicher Beschaulichkeit, etc.), e dai scitti polemici. simili a lettere lunghe, fino al opere stimabile dedicate da un lato ad interpretazione di dottrina propria (Beschreibung der drei Prinzipien göttlichen Wesens,Vom dreifachem Leben des Menschen, De signatura rerum), e dall altero a spieghazione delle questione speziale (teologice) dalla perpettiva della sua dottrina (Von der Gnadenwahl, a questa categoria può mettersi anche numerose opere piiccole) ed un voluminoso commentario al Libro di Genesi di due tomi, che ha chiamato Mysterium Magnum. Anche nessuno dovrebbe dimenticare la corrispondenza vasta, da cui conosciamo circa ottanta lettere scoprite e conservate fino ad oggi, delle quelle nessune sono molto estese. Boehme l'ha capito probabilmente come epistole, per cui ha spieghato, difesso e popularizzato la sua dottrina e che, sebbene indirizzate alle persone singolare, potevano leggersi anche in uno più grande circuito di destinatarii.
Che cose è proprio la materia degli scritti Boehmiani e perchè fu tanto bienvenuto dagli ambienti dei dissidenti e spiriti turbulenti e tanto vietato dalla chiesa luterana? Questo non è facile a formulare, benchè le idee negli scritti di Boehme si ripetono. I sui scritti sono come una stessa variazione di certi soggetti e non si può dire, che qualcuno di quelli importi una rivoluzione; pratticamente tutto, che ci si trova nelle operre dell anno ultimo di Boehme era gia stato presente in Aurora. Quelle sono dunque i soggetti? Abbiamo gia sentito un'allusione di quelle. Nella quella dichiarazione autobiographica Boehme descrive la sua apparizione come:
... l'entita di tutte essenze, il principio ed origine di questo mondo e d‘ogni creatura per la Sapienza divina. Connobbi e ho visto in me stesso li tre mondi: (1) il mondo divino ossia angelico o paradisiaco; (2) il modo oscuro, da dove ci si comincià la natura a fuoco, e (3) questo monod esterno. come une creatura o nascita, ossia eseenze espessa di entrambi quelli mondi internali a spiritali. Ho visto e conobbi tutta essenza in buono e male, e come uno procede dell'altro.
Certe: Boehme fu rapito all'inizio da questo, che mosse il mondo dell'uomo medievale – d'ogni uomo di medie età: il mondo, il cielo e l'inferno, le loro manifestazioni e dimostrazioni, il loro infiltramento scambievole. Ricirdiamo pure La Commedia di Dante o molte speghazioni mistice così come non-mistice della via in inferno, per esempio di Mechtild di Magdeburg. Così si presenta e così è diviso il mondo dell'uomo medievale: nel cielo, terra ed inferno. Ma già li teologi mediavali sono un passo più avanti: il cielo e l'inferno non sono luoghi nello stesso sento come la terra: Non ci si a loro arriva in modo di pergrinazione terrena, ma solo per trasformazione dello stato interno del uomo. Davvero, il cielo a l'inferno sono propriamente stati, i stati, che impetriamo dopo la morte – lo stato di beatitudine e lo stato di dannazione. Ma Boehme non ha bisogno del velo di morte, cosicchè viva il cielo e l'inferno. Boehme ha trovato il cielo e l'inferno in se e ha presto il visto di loro come di stati elementari, come principia – i principi della creatura umana. Ad uno punto altero scrive , che ci si può soggiornare simultamente nel cielo e nell'inferno. Ma non solo questo. Quegli principi governano non sole nel uomo ma sono anche li principi di farmezione della natura e del tutto mondo. Per questo arriviamo al secondo soggetto preferita da Boehme – alla nascita del mondo, alla cosmogonia e possiamo d'un fiato dicere anche alla nascita di dio – a teogonia. Per queso ma arriviamo ad una questione pesante: Se parliamo dal cielo e dall'inferno o dal buono e dal male nell'uomo, intendiamo le qualità e concetti morali; ma come si vengono applicati concetti morali alla nascita a evoluzione del tutto mondo? Boehme però comprende quelli concetti nell modo molto complesso. Nel detto sopra citato , carateriza il principio, che e citato qui al posto secondo, ma che altrove nelle opere di Boehme si designa come il primo principio, che questo è oscuro e quello, da dove ci si comincià la natura a fuoco. Ma questo e solo la caratteristica iniziale (il suo contrario si logicamente designa come principio chiaro e il principio di aqua). I principii con tutta la natura incluso l'uomo percorrono in fatto un processo straordinario, durante di cui in contrando, incrociando e confondendo, acquistano sempre nelle nuove qualità. Di cui Boehme finalmente enumererà sette, ma la sua spieghazione e spesso oscura; ci si pare, che ci si può discernere nella sua spieghazione anche più di fase e sfumatore di quel processo.
Tutto quello, che abbiamo già riportato, suona bensì molto filosofico ad alchmisticho, ma poco christiano. Come si può per talvolta riflezione arrivare al salute? E dove si trova il Dio nella talvolta sistema e come agisce? Questa domanda è simultamente risposta: Il Dio da Boehme non è diviso fra la natura.. Esso è il autore e promotore di tutoo suo processo, ma non solo questo. Esso è questo attesso che esso in se stesso percorre il processo simile e perchè il processo di mondo nen è nessun‘altro che un riflesso del quel processo libero, por cui il Dio stesso si sviluppa. E questo processo di Dio è nel suo fondo un certe passo triplo: Il suo fondamento è una immensa volontà, che si chiama anche UNGRUND (sfondo). Nondimeno ha questa volontà niente altro da prendere fuori di lei stessa. E facendo così cresce dentro lei un tale "pressione interiore" fino al tal punto che scoppia una dimostrazione del principio antagonistico. La volontà a propria comprehensione si transforma nella immensa energia e volontà di propria espressione e radiazione e così spunta la propria rivelazione di Dio, che è allo stesso modo assolute come era assolute il suo silenzio e la sua profondita. Al punto della sua colmatura, cè nell ultimo momento della sua conquista, produce poi una certa traccia – la sfera della Sapienza divina. Quella vivrà poi come un essere divino responsabile della trensformazione degli processi divini fino al fondo di mondo questo . La energia dirradiata si riflette da lei e torna come un Verbo, Voce ossia SCHALL all'indietro verso il sfondo.
La divina Sapienza o Vergine Sofia è ora così gestante colla energia e processo, che ha provato (e che l'ha anche creata) e le passa avanti. Nell quello modo – per imitazione e per riproduzione del divino processo di autocomprehensione e rivelazione, diffusione; della contrazione e dilatazione, che sono le qualità primordiale, si nasce il mondo materiale. Dacchè la Voce ed il Verbo si sono nate già nell Dio stesso, avono anche tutte le qualità terrestre ed anche cose create la sua lingua, la sua voce interiore. Quelle sono questi "signature , figure, lineamenta e colori", che Boehea ha visto già durante la sua prima visione e che ci ha poi provato a descrivere nel libro De signatura Rerum. Oltre a questa dimensione impersonale – diciamo di un stimulatore dell complesso sviluppo del mondo – ha Vergine Sofia anche una dimensione personale: É così una celeste idea di uomo. Boehme la tene per la originale consorte di Adam, prima che è caduto in sonno di dimenticanza ed è dopo svegliato nel materiale mondo di concupiscenza. Solo allora cominciò di provare la sua imperfezza ed è domandato una consorte "di carne ed ossi". La celeste Sofia è bensì una espressione della Trinita divina – da Boehme a volte commutata per il Figlio, ma anchè si avvicina al uomo, è un mezzo, "una tintura" di quel primo Adam celeste prima di la sua caduta.Comprende quindi colore qualità, che Adam ha dopo perduto. Questa dottrina è simile agli antichi miti gnostici di un celeste Anthropos, uomo primordiale, chi era della natura ermafrodita ed agli imni orfici o al paio vedico di Puruscia – Prakirti. La moglie umane – terestre Eva non è così aiuto sufficiente; a conseguire la sua meta, che è identico colla meta dell'Universo ha l'uomo bisogno di aiuto celeste. Ed il cielo può aiutare proprio per la Sofia, perchè essa è la sua parte mobile; per opposizione al immutabile Dio è mutabile e può assumere varii aspetti e figure diverse; e può anche allaciare un rapporto con il uomo, perfino fidanziarsi a lui. Ma l'anima di uomo non è completamente impotente, si può preparare alla visita di Sopfia. Boehme ha dedicato molto spazio nelle sue opere ai modi e processi, che devono purgare la volontà del mistico e svegliare nella sua mente (Boehme usita un vetero vocabulo parzialmente già incomprensibile - Gemüt) quella purezza, quell‘ desidero, purgato per gli elementi di acqua e di fuoco, fra il riunione colla Vergine Sofia. Questi sono sopratutto lunge preghiere, le quale occupano una grande parte del libro Su giusta penitenza (Von wahrer Buße) e Su giusta tranquilità (Von der wahren Gelassenheit) e di altri libri. Nemmeno anche se il uomo ottiene quelle riunione, quella "bacia" o "corona", la viene da lui subito tolta, perchè il proprio "talamo di nozze" noi tocca non in questa vita.
Abbiamo visto, che Boehme vede la salvezza di uomo ed il suo cammino spirituale nell modo molto differrente da quello, come l‘ha immaginato ed immagina la teologia di Riforma, a quella fu la salvezza una volta e finalmente assucurata dall fatto di Cristo, quello – o rispettivamente il suo merito deve un individuo solo appropriarsi a per questo ottenere una certa "giustizia anessa" (iustitia imputata). Invece predica Boehme (insieme con tutti altri mistici) un transformo interno dell uomo. La chiesa non è più capace di passare l'impulso di Cristo oltre; ella è una mera "chiesa di muri" (Mauerkirche); adesso bisogna edificare una chiesa di spirito. Noi abbiamo bisogno di una nouva riforma universale. Così rigiunge nell'esigere di la Boehme con Rosicrucianismo, che è così un spirito d'epoca. Un scontro fra Boehme ed il luteranismo era così inevitabile. Nell periodo dopo 1618 Boehme ha svolto una attività enorme - e non soltanto come un scrittore: il suo mestiere ha smetto già da tanto, ma anche il commercio abbracciava solo talora, sopratutto quando poteva giungere con il cammino "da comercio" anche un camino "da missioni" o visitare altri pensatori e sui aderenti. Una parte delle attività di commercio ha assunto la moglie di Boehme, che faceva anche independente gite di commercio. Una parte dela sua sussistenza ottieneva anche dai sui – sopratuto nobili – partigiani.
La rinomanza di Boehme cresceva, sebbene lui opponeva a publicazione di sui scritti. Infine ha nell 1624 Johann Sigismund von Schweinichen pubblicato due scritti picoli di Boehme, li quali dovevano poi divenire alla base della sua opera più popolare Il cammino a Cristo (Weg zu Christo). Ma questo fatto ha provocato una procella. Il parocco di Goerlitz Georg Richter ha impegnato contro Boehme e contro il suo scritto tutta la forza della sua infuriata omiletica e non era a lui difficile sollevare le strate basse dei abitanti di Goerlitz. A Boehme ci hanno rotto le finestre e vessato li sui bambini nella scuola. Il parocco accompagnò la sua azione – come si conviene ad un parocco – anche con un scritto teoretico Iudicium Georgii Richteris de fanaticis sutoris Enthusiastici libris, che doveva essere confutazione della dottrina di Boehme. Ma il latino è l'ùnica cosa, per la quale può questo scritto picolo vantarsi. La ragione di Richter è debole, in fondo si limita ad ingiurie. Il divenire un controparte spirituale a pari con Boehme non era dato a Georg Richter. Boehme si lasciò tradurre il libello e da fondo lo rispose colla sua apologia, che risona nell spirito di umiltà fiera.
Fra quelle circostanze agitate, complicate soprapiù di assenza della moglie, la quale era in giro da commercio, arrivò un invito a Boehme insolito: è stato invitato alla corte di Elettore di Sassonia a Dresda, affinchè spiegasse qua le sue idee a funzionarii illustri ed ai consigliatori dell Elettore. La riunione divenne a castello Pillnitz vicino a Dresda e riuscì a Boehme non male. Però in quello senso, che le sue idee non sono state giudicate come pericolosi allo stato, oltrepiù è stato preso in certa protezione. Sebbene la aspettata audienza al Elettore non è succesa, Boehme sentiva molto inanimato e rinvigorito: La secona riforma, quello aspettato Lilienzeit ,Tiempo di giglio, sembrava a portata di mano. Boehme ha ottento penne, ma esse erano penne dell angelo di morte. Presto dopo il suo ritorna a Goerlitz, lo 13. agosto morì ad improviso il suo avversario e giurato persecurtore - il parocco Richter. Ma anche a Boehme ha il suo tiempo spirato; forse un pensatore, il quale ognuna sua pensiera aveva fondato sulle antitesi di due principi, e quale pure in Dio vedeva la luce e la buio in coincidenza, non riuscisse vivere senza il suo avversario, senza il suo Mefistofele personale. Dopo il ritorno dal suo viaggio fra signore von Schweinichen è Boehme stato pesante ammalato. Sebben erano tralli sui conoscenti e partigiani molti medici e due di quegli stavano persina al suo letto, non poteva la medicina d'allora gli aiutare. Il 16mo o 17mo Novembre di mattina, in un giorno, il quale doveva molto più tardi divvenire importante per la paese, il nome di quella egli portava, ha primo domandato ai presenti, se sentissero quella musica bella, e poi morì colle parole "Nun fahre ich nach Paradeis." (Adesso esco a paradiso)
L'uomo insolito aveva sorte insolita anche dopo la morte. Ma prima di tutto e sviluppa ai tratti buffi: Gli ecclesiastici – personizzati dall successore di Richter hanno rifiutato di dare sepoltura a Boehme. Ma gia la situazione - tra l'altro grazie alle mutate circostanze e alla sopra citata "massima protezione" - era cambiata, non era la stassa come nell 1613. Contro il deciso del parocchio ha protestato non solo la corporazione dei calzolai, chi non volevano perdere l'opportunità di onorare il loro membro solennemente, ma anche il consiglio comunale, che ordino il parocchio il funerale di compiere e pronunciare un discorso funebre senza alcun indugio, la decisione degli quali supporto anche il più alto fox di sassonia, chi stava proprio in Lusazia. Mai l parocchio ostinato ha preferito di simulare la malatia, affinché non doveva partecipare nell cerimonia, quindi condurre le cerimonie funebri ha restato il compito dell suo deputato. Anche lui ha rfiutato il testo preparato e pronunciò il sermone con il quale Böhma insultò indirettamente. Per completare tutto, la croce, posita alla tomba di Boehme dai suoi amici, che portava la forma di un agnello e molte iscrizioni simboliche, è stato diffamato e distrutto il giorno successivo. Boehme ha cosi restato senza un lapide per quasi duecento anni. Anche nel centenario della sua morte, il quale fu commemorato da molti uomini nell tutto mondo nel 1724 con gratitudine e rispetto, l'allora parroco di Görlitz era ansioso di parlare di una "merda centenaria".
La via del successo e della gloria esteriori era estranea a Boehme, sia durante la sua vita, che dopo la morte. Ma le sue opere, descritte e lentamente pubblicate, e la sua dottrina, sono stati notevolmente diffusi - specialmente in piccoli gruppi di aderenti, in Silesia, in Sassonia, ma soprattutto nei Paesi Bassi. Il mercante olandese Abraham van Beyerland raccolse negli anni '40 dell seicento copie di tutte le opere di Boehme e molte delle sue lettere. Era perfino riuscito - per una notevole somma di denaro – di prendere dal Comuni di Goerliz – il manoscritto autografo della Aurora di Boehme, che ci e ancora trovato confiscato al municipio di Goerliz. Circa due terzi dei lavori di Boehme e riuscito di pubblicare in olandese da solo, lasciando il resto ai suoi seguaci. Il mondo ha cosi dovuto aspettare per la pubblicazione di tutti gli scritti di Boehme fino al 1682, quando sono stati pubblicati ad Amsterdam la cura di Johann Georg Gichtel (in Tedesco).
Ma anche prima il mondo potrebbe conoscere gli scritti di Böhm nell tuto ambito di loro, avevano l'opere di Boehme suscitato attenzione in Inghilterra, dove la traduzione degli alcuni scritti emerso gie nall anno 1665. Le risposte erano prima negli cercoli di cosodetti Platonici di Cambridge e di cercoli mistici, la rappresentante dei quali era Jane Leade. L'influsso dei sette spiriti naturali di Boehme (nell inglese ethereal spirits) e dei due sui principii esiste anche al giovane Issac Newton. Dei due principii di Boehme ha Newton mantenuto naturalmente solo il altro principio: da lui ci se chiama la gravitazione.
Vogliamo chiedere l'ultima domanda in relazione a Boehme: Era un buon profeta? Abbiamo visto che stava aspettando con impazienza la correzione e la spiritualisazione della vita personale e pubblica, una condizione che chiamò "tempo del giglio". È davvero arrivata questa volta? Mi permetterei dire di sì, ma ci sono volati quasi cento anni. Verso la fine del Seicento, un forte movimento che accentua la pietà personale approfondita comincia a sorgere nell'Europa protestante (ma infine in quella cattolica - ma in altre forme). È consuetudine chiamarlo il pietismo. Il pietismo aveva molte forme e molti rappresentanti diversi, e alcuni erano piuttosto distanti dal pensiero di Boehme. È logico, che non ci sarà nessuna unità brillante in un movimento, che si sarebbe concentrato interamente sulla pietà personale e sull'esperienza religiosa individuale. Che cosa era comune ai pietisti, era il grande entusiasmo e l'intensa esperienza interiore associata spesso al tempo morale. Certamente, tuttavia, il movimento pietista non sembrava il modo in cui oggigiorno tendiamo a immaginarlo, sulla base di un movimento che oggi rivendica l'eredità del pietismo nel mondo. Questi movimenti hanno un aspetto commune piuttosto nell radicalismo e non sono molti inclini al mistica, dedicando la sua energia piuttosto a persuasione e attività missionaria. Quelli motivi, inclusa quella spinta alla missione esterna, erano certamente presenti anche allora, ma non erano niente la cosa principale. Parecchii pietisti sostenevano idee dogmatice molto strane (nessuni ad esempio rifiuto il concetto del'inferno come un luogo di penne eterne, altri erano contro la dottrina di sacramenti) e fraquentamente nell suo sforzo per il cristinanimo piu assoluto sceglievano anzi una separozione libera delle chiesa. La pena di castta interna a perfezioe era comune a tutti di loro, come pratticato irenismo ( il desidero di pace fra i genti). Non erano infine essi il seme e forse anche il fusto e il frutto di quello tempo di giglio?
Ai pietisti troppo radicali apparteneva anche Johann Georg Gichtel, che a procurato la prima edizione completa dei scritti di Boehme. La sua vita risplende bel tutti li tratti indicati qui.[12] Gichtel ha radunato a se un piccolo gruppo di aderenti, che vivevano in celibato e severo ascetismo e l'ho chiamato Fratelli angelici (Engelsbrüder). In quello gruppo ci si studivani i scritti di Boehme nell modo intensivo ancho dopo la morte di Gichtel e il discepolo e successore di Gichtel, Wilhelm Überfeld ha dopo organizzato due altri edizioni completi di Boehme (1715 a 1730), il secondo dai quali e fino a questo tempo la edizione tipificato ed insuperato (e stato ristampato ad anni trenta di Novacento). Un altro personaggio, che apposta manteneva il legato di Boehme, era Abraham von Franckenberg, grazie al cui hanno potuto di far conoszenza di Boehme poeti mistici di Silesia Johannes Scheffler (notorio come Angelus Silesius) e Daniel Czepko. Tra l'altro li scritti di Boehme si leggevano ed erano apprezzati tralli alchimisti e rosicruciani, di cui possiamo nominare Gianbattista von Helmont e il suo figlio Francesco Mercurio von Helmon, che insieme erano impiegati come cortigiani alla corte di duce di Palatino di Kulmbach ed il akchimista d'Inghilterra Robert Fludd. Tali ed altri erano fili occulti, per i quali correva la linfa nello tempo di giglio, sopra quale ci si sono stupefati i filosofi capitati da Hegel e Schelling cent'anni dopo e sopra quale meditarono alla fine del Ottocento i teosofi.
[1] Seconda la suzzessione nell Palatinato Frederico V.
[2] Frederico, nato nell anno 1596 era sposato a Elisabeth, una figlia di re d'Inghilterra Jacopo I (che era proprio di un giorno minore di eta da lui!) e per questo aveva relazioni anche a questa grande potenza protestane di Europa. Per questo, ma anche grazie alla diplomazione unfatticabile del suo viceregente e consigliere Cristiano di Anhalt fu questo sovrano calvinista eletto al capo delle Unione Protestante e cosi soppianto al posto di governo del campo protestante gli suoi capopartiti tradizionali, gli monarchi luterani sassoni della dinastia Wettin. Il "non-sostegno" principale di Sassonia al progetto politico della riunione protestante, ha dopo provocato il suo fallimento fatale.
[3] Piu tardi furono i medesimi vaticini applicati al re di Suecia Gustavo Adolfo.
[4] Sono stati a noi conservati alcuni descizioni del aspetto di Boehme dalle persone, che lo conosci, ma nessuno disegno autentico. Gli incisioni, che stanno ad accompagnare le sue opere e che sono stato appariti solo dopo alcuni decenii dalla sua morte, dipendono da quelle discizione non per contrario.
[5] Il rapporto di rosicruciani ed altri circoli teosophici alla potesta politica e il loro legame esattamente fra il il programma politico di partita di Palatinato, cioe la partita reformata, e buon ritranciato. Bohme puo essere stato con quella occasione teatrale a Praga solo un spettatore, benche anche esso partecipava al generale attesa eccittata delle cose venture, come lo provano nessune due sentenze e principalmente la sua espetazione del "Lilienzeit" – il eta di giglio (Sapete, che il giglio fiorira ai contradi settntrionali - scrive esso nella lettera di 20-mo Aprile 1624), ma ai circoli di sui aderenti appertenevano anche molte persone inserite a vita politica al livello piu alto. Balthasar Walther, a cui ha Boehme inviato due di sue "lettere teosophice" (Theosophische Sendschreiben), che erano (di solito voluminose) lettere di commentare e di difendere la sua dottrina, era il medico di Cristiano di Anhalt; un altro partegiano notevole di Boehme, Theodor von Tschesch era proprio un consigliere di Frederico - "il Rege invernale". Theodor von Tschesch bensi si non appare tralli destinarii di lettere Boehmiane, ma dopo la morte di Boehme ha pubblicato due opere per difenderlo: In laudem Aurorae Böhmiana (1641) e Defensio Böhmiana (1644), e poi anche Einleitung in der Edlen Lilien-Zweig des Grundes und Erkäntnis der Schriften des Hocherleuchteten Jacob Böhmes (Amsterdam 1684)
[6] Boehme e stato designato cosi gia dal suo discepolo immediato Abraham von Franckenberg, ma questo titolo lui volentieri attribuiva anche Hegel.
[7] Non si puo in questo luogo scrivere dei predecessori e successori mistici di Boehme. Volo tanto avvisare del fatto, che gia nell inizio di riformazione operava in Silesia Kaspar Schwenckfeld (ed e tramandato qua nei circoli di suoi fautori) e circa due generazioni prima che Boehme era vissuto in Sassonia un scrtittore mistico molto prolifico Valentin Weigel. Nella epocha barocca fu Silesia regalata dlla seria di eccellenti poeti mistici, il corona dagli quali e Andreas Scheffler, nominato "L‘Angelo di Silesia (Angelus Silesius)"
[8] cosi J.W.Überfeld nella edizione delle scrittura di Boehme di anno 1730.
[9] Nell diccianovesimo capitolo della sua primizia Morgenröte im AufgangI (L‘aurora nascente).
[10] in giugno 1613
[11]Quelle erano sopratutto le questione religiose di giustificazione a predestinazione. Di questo a Boehme disputatto con i cercoli di sui partegiani di Silesia, i quali erano vicini a calvinismo. Boehme ha finalmente la idea di predestinaziona allla salute rifiutato (nello scritto Von der Gnadenwahl e nelle due polemichi con Balthasar Tilke.
[12] Vedi Ondráček, V.: Johann Georg Gichtel ,vydavatel Böhmových spisů a svérázný mystik in , Okruh a Střed 4/2006 (Mystika, cesta za konec), Obec křesťanů, Praha 2006